Andrea Rosettani • Consigliere Patrimoniale

FIRE: indipendenza finanziaria e pensionamento anticipato, mito o percorso realizzabile?

Il movimento FIRE (Financial Independence Retire Early) nasce negli Stati Uniti con l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza finanziaria ben prima dell’età pensionabile tradizionale, spesso già a 40 o 50 anni. L’idea è semplice: risparmiare in modo aggressivo, investire con disciplina e vivere sotto i propri mezzi, per arrivare ad avere un capitale sufficiente a sostenere il proprio stile di vita senza dipendere dal lavoro.

Il principio alla base del FIRE è la “regola del 4%”. Si calcolano le proprie spese annuali e le si moltiplica per 25: in teoria, il capitale così accumulato consente un prelievo del 4% annuo senza esaurire il portafoglio, grazie ai rendimenti medi storici di un portafoglio bilanciato. Ad esempio, se si stimano spese per 30.000 euro l’anno, servirebbero circa 750.000 euro investiti per garantire la sostenibilità del piano. Ma è davvero così lineare?

In realtà, il movimento FIRE ha molte declinazioni. C’è chi punta al Lean FIRE, ovvero vivere con un budget molto contenuto per ridurre il capitale necessario e anticipare drasticamente la pensione, correndo però il rischio di imprevisti che potrebbero mettere in crisi il piano. All’estremo opposto c’è il Fat FIRE, che mira a garantire uno stile di vita agiato grazie a un capitale più alto, sacrificando però più anni di lavoro per raggiungerlo. Esiste anche il cosiddetto Barista FIRE o Coast FIRE, in cui si accumula abbastanza da coprire gran parte delle spese, ma si sceglie di continuare a lavorare part-time o in attività piacevoli, alleggerendo la pressione economica pur mantenendo un’entrata.

Come tutti i piani ambiziosi, il FIRE ha anche limiti e critiche. Il rischio principale è l’inflazione superiore alle attese, soprattutto per le spese sanitarie e di long-term care. Inoltre, se i mercati fossero sfavorevoli nella fase iniziale di pensionamento, l’effetto di “sequence of returns risk” potrebbe compromettere la sostenibilità. Senza dimenticare l’aspetto psicologico: vivere per anni riducendo drasticamente il proprio tenore di vita potrebbe portare a un senso di sacrificio costante, limitando esperienze significative nel presente.

Tuttavia, il FIRE offre grandi vantaggi per chi lo adotta con equilibrio. Significa libertà di scelta: lavorare per piacere, dedicarsi a viaggi, volontariato o passioni personali senza vincoli economici. È anche un percorso di disciplina e chiarezza sulle priorità, che rafforza la gestione delle proprie risorse e del proprio tempo.

Ma cosa significa davvero “indipendenza finanziaria”? Non ha una definizione unica. Per alcuni è vivere senza lavorare mai più, per altri è la tranquillità mentale di sapere che si può scegliere se e quando lavorare, mentre altri ancora la vedono come la possibilità di pagare l’università ai figli, andare in vacanza senza ansie o liberarsi dai debiti. In ogni caso, l’indipendenza finanziaria non è un numero magico, ma un concetto personalissimo che deve riflettere i propri obiettivi, valori e stile di vita.

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Come consulente finanziario, trovo che il FIRE sia utile anche per chi non vuole ritirarsi a 40 anni. È un ottimo strumento motivazionale per costruire disciplina e visione strategica, perché pone l’accento sulla libertà e non sull’età. Non serve un reddito altissimo per avvicinarsi a forme di semi-indipendenza, ma serve metodo, pianificazione e la capacità di adattare il piano alle proprie vere priorità.

E tu, cosa significa per te l’indipendenza finanziaria? Un sogno irrealizzabile o un percorso di libertà da costruire un passo alla volta?