Home Bias: se lo conosci lo eviti.

Se dovessimo partire per una vacanza e la scelta è tra la solita località italiana e una nuova meta all’estero, magari con un costo inferiore e con più sole, cosa sceglieremmo?

Spesso la scelta ricade sulla destinazione più vicina (e non necessariamente la più veloce da raggiungere).

Si sceglie il già conosciuto anche quando ciò va a discapito del portafoglio.  In un mondo che ci offre molteplici possibilità di scelta questo può apparire un controsenso.
Eppure spesso usiamo lo stesso processo decisionale anche negli investimenti, un altro campo dove le opportunità in giro per il mondo non mancano.
Sono esempi di quello che, nella finanza comportamentale, si definisce come Home Bias (pregiudizio familiare), la tendenza cioè di prendere decisioni “familiari” perché percepite come non rischiose o solo perché si crede di conoscerle meglio.
Capita a molti di comprare Titoli di Stato italiani o azioni e/o obbligazioni di quelle aziende considerate più “vicine” senza porsi troppe domande, quindi senza valutare la presenza di alternative magari più redditizie, semplicemente perché tali titoli appaiono più rassicuranti, come fossero di famiglia.
Un esempio lampante lo abbiamo avuto in un recente passato con i titoli Parmalat.
Nessuno avrebbe mai pensato che un’azienda che avevamo davanti agli occhi ogni volta che aprivamo il frigorifero, avrebbe potuto tradirci in quel modo.
Ma, attenzione!… questa è solo una “scorciatoia mentale”.
Il cervello, tipicamente pigro, preferisce non gestire in maniera razionale le numerose informazioni sulle varie opzioni praticabili, si basa invece su schemi predefiniti in base alla propria esperienza. Sceglie quindi il “risparmio energetico” commettendo a volte degli errori. Il risultato finale, riprendendo l’esempio degli investimenti, è una concentrazione del rischio.
L’andamento del proprio portafoglio viene legato a quello dello scenario locale, economico ma anche politico. Non solo. Restando investiti soltanto sulla scena locale, si rinuncia alle opportunità, a maggiore profittabilità e minore volatilità, disponibili nel resto del mondo.
La storia dimostra che nessun mercato è in grado di conseguire solo performance positive. Ed è difficile prevedere quale sarà quello vincente. Perciò è sempre consigliabile investire su più strumenti e aree geografiche, per bilanciare i rischi e potenziare i risultati.
Stimiamo la probabilità sulla base di stereotipi preconcetti e luoghi comuni prescindendo da elementi importanti: confondiamo ciò che è più tipico con ciò che è più probabile. Analizziamo la probabilità di un evento in base a vividezza e impatto emotivo di un ricordo:
si decide in base a un campionamento della memoria.
Decidiamo spesso in base alle prime informazioni apprese su un argomento che diventano un punto di riferimento, un’ancora.
Uno studio Consob del 2013 ha fotografato il fenomeno. I risparmi delle famiglie italiane sono ancorati al mercato di “casa”: i prodotti più diffusi sono i Titoli di Stato domestici, seguiti dalle obbligazioni bancarie italiane.
Cosa fare?
In un’economia globalizzata le opportunità di investimento devono essere misurate sulla base del rapporto tra rischio e rendimento indipendentemente dalla loro collocazione geografica.
Concentrare il proprio portafoglio sull’Italia espone ai rischi di instabilità del nostro paese e allo scarso dinamismo dell’economia nazionale testimoniato dai bassi tassi di crescita.

 

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Una corretta costruzione di un portafoglio di investimento deve prevedere la perfetta conoscenza di tutto il patrimonio a disposizione, del reddito futuro, degli obiettivi e dell’orizzonte temporale dell’investitore, della sua tolleranza al rischio (oscillazione dei mercati). Inoltre vanno considerati anche quelli che vengono chiamati rischi non finanziari.
A presto.

 

 

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