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Sicuramente nessuno ti ha mai detto che il nostro sistema pensionistico è un sistema CONTRIBUTIVO a RIPARTIZIONE.
Tu che sei un imprenditore o un professionista e pensi che tutti i contributi che versi annualmente vengano messi da parte per te in modo da pagarti la pensione una volta lasciato il lavoro, mi dispiace per te, ho una brutta notizia:
tutto ciò che versi viene immediatamente utilizzato per pagare le pensioni di chi è oggi in pensione!
Al 31/12 di ogni anno le casse dell’INPS sono vuote come la più vuota delle zucche!
NON SOLO!… nonostante il sistema per il calcolo delle pensioni venga negli anni modificato e corretto, con titoloni sui giornali e commenti nei telegiornali di tutte le reti che ci parlano della legge Fornero, non ci dicono, però, ciò che è veramente importante:
cioè che dovremo fare i conti con il fatto che le pensioni verranno pagate con i contributi di chi in quel momento verserà nelle casse dell’INPS!
Quindi se i contributi versati ogni anno non coprono le pensioni da pagare, il sistema rimane in equilibrio soltanto se lo stato italiano interviene mettendoci la differenza.
Come puoi osservare nell’infografica sotto (fonte:www.truenumbers.it), solo nel 2018 lo stato italiano con le imposte dei contribuenti ha foraggiato l’INPS con la bellezza di oltre € 108 MILIARDI (!!!) che sono indispensabili per la sopravvivenza del sistema pensionistico.
E’ sostenibile un sistema previdenziale come quello italiano?
Intanto ti svelo un altro segreto: il sistema previdenziale italiano è MOLTO COSTOSO!
Come puoi osservare dalla foto n.01, la spesa che ogni anno lo Stato Italiano sostiene per pagare le pensioni è fra le più alte, se non la più alta, a livello europeo sia in termini assoluti, vale a dire in totale da spendere, sia come incidenza sul PIL, vale a dire come percentuale rispetto al Prodotto Interno Lordo.
Pertanto se quando tu andrai in pensione il sistema riuscirà a pagartela è una PURA IPOTESI!!!
Infatti la previsione sulla sostenibilità e sulla possibilità di pagarti la tua sudata pensione, dipende dalle ipotesi che si fanno oggi sul tasso di crescita dell’economia…
ma che vuol dire questo?…
Vuol dire che SE ci sarà una crescita adeguata, ci saranno anche lavoratori che verseranno i contributi per pagarti la pensione, viceversa SE non ci sarà la crescita o sarà troppo bassa, nonostante tu possa avere acquisito tutti i diritti di questo mondo, non ci saranno i soldi per pagartela!!!
La riforma del sistema previdenziale italiano sancita dalla Legge Fornero, che oggi come tutti sanno è in forte discussione, ha una sostenibilità legata a ipotesi di sviluppo della nostra economia che, secondo gli studi Prometeia sull’evoluzione dello sviluppo economico del nostro paese pubblicati a settembre di quest’anno, potrebbero rivelarsi un po’ troppo ottimistici.
Il sistema previdenziale ad oggi, con il metodo di calcolo contributivo, è stato introdotto nel 1995 dalla riforma Dini.
La riforma Dini presupponeva, nei decenni successivi, un tasso di crescita medio del PIL pari all’1,5% annuo medio.
Mentre oggi le previsioni della Ragioneria Generale dello Stato sono meno ottimistiche perché si parla di un 1,3% nei prossimi vent’anni e di 1,1% a seguire (vedi foto n.02).
Tieni poi presente che nell’ultimo decennio le cose non sono andate benissimo… Per esempio, dopo la crisi, il tasso di crescita del PIL è stato addirittura negativo mediamente del -0,5% all’anno.
Il recente studio fatto da Prometeia sulla tenuta del sistema previdenziale italiano, ipotizza e prevede una crescita media annua dello 0,9% nei prossimi vent’anni mediamente e dello 0,7% successivamente e se così fosse potrebbe portare ad un significativo decremento delle attese sulla pensione delle persone che andranno in pensione in quel periodo.
Nell’ipotesi formulata dalla ragioneria generale dello stato, il tasso di sostituzione, vale a dire la capacità della pensione di sostituirsi all’ultimo reddito da lavoro, nel caso in cui si aggiri attorno al 75%, corrispondente ad un valore medio attuale per la generalità dei lavoratori, ipotizzando un PIL molto più basso, potrebbe ridursi di un 25% e quindi attestarsi attorno al 50% (vedi foto n.03 – Fonte: Prometeia).
Puoi facilmente osservare che l’assegno che ti arriverà per la pensione sarà equivalente al 50% dell’ultima dichiarazione dei redditi!
Un taglio NETTO sulla capacità della pensione di mantenere il tuo tenore di vita nel momento in cui andrai in pensione.
Ora voglio che tu abbia ben chiaro in mente un tema che sui media è poco valutato e che ritengo di assoluta importanza tanto che è l’introduzione che ti ho fatto a questo articolo.
Fino a questo punto abbiamo ragionato sul sistema di calcolo della pensione e sulle nuove regole introdotte dalla Riforma Fornero di ricalcolo contributivo:
Questo è un metodo di calcolo puramente teorico perché come ti ho detto prima non esiste un finanziamento effettivo sottostante poiché il nostro sistema, strutturalmente, rimane un sistema a ripartizione ovvero ogni anno le pensioni erogate dallo stato sono pagate dai contributi versati in quell’anno dai lavoratori attivi.
Ti renderai conto da solo di quanto questo sistema possa essere fragile!!!
Se fra 30 anni, a prescindere da come le pensioni siano state calcolate, non ci saranno sufficienti risorse contributive versate in quel momento per sostenere le pensioni, le pensioni dovranno essere ridotte di importo! Senza se e senza ma!
Si tratta di un problema dovuto alla fragilità demografica dell’Italia. In Italia abbiamo 1,417 lavoratori attivi che pagano le pensioni a 1 pensionato (questo si chiama rapporto ATTIVI/PENSIONATI – Fonte: AdnKronos). Questo rapporto è assolutamente sbilanciato e fra i più penalizzanti a livello europeo. Nel grafico sotto (Fonte: ISTAT) puoi capire a vista d’occhio come la popolazione italiana stia invecchiando e da cosa nasce questo problema.
In Italia ci siamo, storicamente, affidati ad un sistema di welfare pubblico (mamma Italia…) che a causa di una economia che negli ultimi decenni ha scricchiolato ma soprattutto ad una evoluzione demografica che ha portato ad un invecchiamento della popolazione non renderà sostenibile pensare di avere una pensione che possa riuscire ad essere uguale all’ultimo stipendio.
Devi prendere coscienza che lo stato italiano non ti pagherà la pensione e quindi devi attivare immediatamente una forma privata integrativa che possa mantenere il tuo tenore di vita al momento della pensione.
A presto.
Papà di Alessandro e Jacopo, marito di Simona, abito a Porto S.Elpidio. Aiuto Imprenditori e Professionisti a proteggere la loro ricchezza. Lo faccio attraverso una attenta e costante analisi di tutto il patrimonio finanziario, immobiliare e di impresa, compresi i rischi NON finanziari.
Vieni ad ascoltare i miei commenti audio che pubblico ogni mattina sul mio canale Telegram QUI–> https://t.me/cpatr
Un sistema a RIPARTIZIONE
Sicuramente nessuno ti ha mai detto che il nostro sistema pensionistico è un sistema CONTRIBUTIVO a RIPARTIZIONE.
Cosa vuol dire questo?
Tu che sei un imprenditore o un professionista e pensi che tutti i contributi che versi annualmente vengano messi da parte per te in modo da pagarti la pensione una volta lasciato il lavoro, mi dispiace per te, ho una brutta notizia:
tutto ciò che versi viene immediatamente utilizzato per pagare le pensioni di chi è oggi in pensione!
Al 31/12 di ogni anno le casse dell’INPS sono vuote come la più vuota delle zucche!
NON SOLO!… nonostante il sistema per il calcolo delle pensioni venga negli anni modificato e corretto, con titoloni sui giornali e commenti nei telegiornali di tutte le reti che ci parlano della legge Fornero, non ci dicono, però, ciò che è veramente importante:
cioè che dovremo fare i conti con il fatto che le pensioni verranno pagate con i contributi di chi in quel momento verserà nelle casse dell’INPS!
Quindi se i contributi versati ogni anno non coprono le pensioni da pagare, il sistema rimane in equilibrio soltanto se lo stato italiano interviene mettendoci la differenza.
Lo Stato Italiano contribuisce ogni anno con oltre 100 miliardi al pagamento delle pensioni!
Come puoi osservare nell’infografica sotto (fonte:www.truenumbers.it), solo nel 2018 lo stato italiano con le imposte dei contribuenti ha foraggiato l’INPS con la bellezza di oltre € 108 MILIARDI (!!!) che sono indispensabili per la sopravvivenza del sistema pensionistico.
trasf statali INPS
IL TASSO DI SOSTITUZIONE
E’ sostenibile un sistema previdenziale come quello italiano?
Intanto ti svelo un altro segreto: il sistema previdenziale italiano è MOLTO COSTOSO!
IMG 1470A
Foto n.01
Come puoi osservare dalla foto n.01, la spesa che ogni anno lo Stato Italiano sostiene per pagare le pensioni è fra le più alte, se non la più alta, a livello europeo sia in termini assoluti, vale a dire in totale da spendere, sia come incidenza sul PIL, vale a dire come percentuale rispetto al Prodotto Interno Lordo.
Pertanto se quando tu andrai in pensione il sistema riuscirà a pagartela è una PURA IPOTESI!!!
Infatti la previsione sulla sostenibilità e sulla possibilità di pagarti la tua sudata pensione, dipende dalle ipotesi che si fanno oggi sul tasso di crescita dell’economia…
ma che vuol dire questo?…
Vuol dire che SE ci sarà una crescita adeguata, ci saranno anche lavoratori che verseranno i contributi per pagarti la pensione, viceversa SE non ci sarà la crescita o sarà troppo bassa, nonostante tu possa avere acquisito tutti i diritti di questo mondo, non ci saranno i soldi per pagartela!!!
La Legge Fornero.
La riforma del sistema previdenziale italiano sancita dalla Legge Fornero, che oggi come tutti sanno è in forte discussione, ha una sostenibilità legata a ipotesi di sviluppo della nostra economia che, secondo gli studi Prometeia sull’evoluzione dello sviluppo economico del nostro paese pubblicati a settembre di quest’anno, potrebbero rivelarsi un po’ troppo ottimistici.
IMG_1471
Foto n.02 – Crescita del PIL: 3 diversi scenari.
Il sistema previdenziale ad oggi, con il metodo di calcolo contributivo, è stato introdotto nel 1995 dalla riforma Dini.
Una crescita troppo lenta.
La riforma Dini presupponeva, nei decenni successivi, un tasso di crescita medio del PIL pari all’1,5% annuo medio.
Mentre oggi le previsioni della Ragioneria Generale dello Stato sono meno ottimistiche perché si parla di un 1,3% nei prossimi vent’anni e di 1,1% a seguire (vedi foto n.02).
Tieni poi presente che nell’ultimo decennio le cose non sono andate benissimo… Per esempio, dopo la crisi, il tasso di crescita del PIL è stato addirittura negativo mediamente del -0,5% all’anno.
Il recente studio fatto da Prometeia sulla tenuta del sistema previdenziale italiano, ipotizza e prevede una crescita media annua dello 0,9% nei prossimi vent’anni mediamente e dello 0,7% successivamente e se così fosse potrebbe portare ad un significativo decremento delle attese sulla pensione delle persone che andranno in pensione in quel periodo.
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Foto n.03 – Riduzione del Tasso di Sostituzione
Le pensioni saranno ridotte.
Nell’ipotesi formulata dalla ragioneria generale dello stato, il tasso di sostituzione, vale a dire la capacità della pensione di sostituirsi all’ultimo reddito da lavoro, nel caso in cui si aggiri attorno al 75%, corrispondente ad un valore medio attuale per la generalità dei lavoratori, ipotizzando un PIL molto più basso, potrebbe ridursi di un 25% e quindi attestarsi attorno al 50% (vedi foto n.03 – Fonte: Prometeia).
Puoi facilmente osservare che l’assegno che ti arriverà per la pensione sarà equivalente al 50% dell’ultima dichiarazione dei redditi!
Un taglio NETTO sulla capacità della pensione di mantenere il tuo tenore di vita nel momento in cui andrai in pensione.
Per mantenere il tuo tenore di vita dopo che avrai lasciato il lavoro devi agire il prima possibile.
Anche la stampa ne parla sempre più spesso: i soldi nelle casse dello Stato sono sempre di meno ed il Tasso di Sostituzione sarà sempre più basso, è questo che accadrà nei prossimi anni.
Analizzerò la tua posizione previdenziale con una consulenza gratuita.
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IL SISTEMA CONTRIBUTIVO A RIPARTIZIONE
Ora voglio che tu abbia ben chiaro in mente un tema che sui media è poco valutato e che ritengo di assoluta importanza tanto che è l’introduzione che ti ho fatto a questo articolo.
Fino a questo punto abbiamo ragionato sul sistema di calcolo della pensione e sulle nuove regole introdotte dalla Riforma Fornero di ricalcolo contributivo:
ogni anno vengono calcolati i contributi che ciascun lavoratore versa;
questi contributi vengono rivalutati secondo la crescita del PIL;
alla fine abbiamo un montante contributivo;
trasformazione in rendita cioè in pensione, attraverso un coefficiente di trasformazione.
Questo è un metodo di calcolo puramente teorico perché come ti ho detto prima non esiste un finanziamento effettivo sottostante poiché il nostro sistema, strutturalmente, rimane un sistema a ripartizione ovvero ogni anno le pensioni erogate dallo stato sono pagate dai contributi versati in quell’anno dai lavoratori attivi.
Ti renderai conto da solo di quanto questo sistema possa essere fragile!!!
Se fra 30 anni, a prescindere da come le pensioni siano state calcolate, non ci saranno sufficienti risorse contributive versate in quel momento per sostenere le pensioni, le pensioni dovranno essere ridotte di importo! Senza se e senza ma!
La fragilità demografica dell’Italia.
Si tratta di un problema dovuto alla fragilità demografica dell’Italia. In Italia abbiamo 1,417 lavoratori attivi che pagano le pensioni a 1 pensionato (questo si chiama rapporto ATTIVI/PENSIONATI – Fonte: AdnKronos). Questo rapporto è assolutamente sbilanciato e fra i più penalizzanti a livello europeo. Nel grafico sotto (Fonte: ISTAT) puoi capire a vista d’occhio come la popolazione italiana stia invecchiando e da cosa nasce questo problema.
grafico-eta-stato-civile-2018-italia
In Italia ci siamo, storicamente, affidati ad un sistema di welfare pubblico (mamma Italia…) che a causa di una economia che negli ultimi decenni ha scricchiolato ma soprattutto ad una evoluzione demografica che ha portato ad un invecchiamento della popolazione non renderà sostenibile pensare di avere una pensione che possa riuscire ad essere uguale all’ultimo stipendio.
La pensione pagata dall’INPS non basterà più per vivere…
Devi prendere coscienza che lo stato italiano non ti pagherà la pensione e quindi devi attivare immediatamente una forma privata integrativa che possa mantenere il tuo tenore di vita al momento della pensione.
Posso analizzare la tua posizione previdenziale con una consulenza gratuita.
Questo è il modo più intelligente per evitare che tu debba ridurre il tuo tenore di vita a causa di una pensione troppo bassa.
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A presto.