L’ A.I.(Intelligenza Artificiale) potrà gestire i nostri risparmi?

watson

Se la prossima volta che ti rivolgerai ad un Consulente Finanziario, per una qualsiasi richiesta in merito ai tuoi investimenti, la risposta arrivasse direttamente da un computer anziché da una persona in carne e ossa, come ci rimarresti?

Nulla di strano!

Più passa il tempo e più ci rendiamo conto che le macchine stanno prendendo il posto delle persone.

Un interessante articolo apparso sul New York Times (qui) ci mostra come, anche nel settore finanziario, come per cucinare gli hamburger oppure guidare attraverso le vie della città, l’A.I. venga utilizzata per gestire portafogli di investimento azionari.

L’aspetto fondamentale dell’ A.I., consiste nella capacità di analizzare i dati ma, soprattutto, dall’imparare da essi. E’ proprio questo che ne caratterizza l’innovazione rispetto al passato.

L’utilizzo fino ad ora più comune riguardava determinati modelli di investimento, come il trading ad alta frequenza o lo svolgimento per i gestori dei fondi di attività che si basavano sulla raccolta e sull’interpretazione di grandi quantità di informazioni.

Assistiamo ora al lancio di un nuovo fondo di investimento denominato “AI Powered Equity”, operativo sul mercato americano, in cui le scelte di investimento vengono prese da Watson, il sistema di intelligenza artificiale di IBM.

È presto per dire se “AI Powered Equity” sarà un apripista o semplicemente una curiosità. L’intelligenza artificiale continua a diventare sempre più sofisticata e complessa, come del resto lo sono anche i mercati.

Alcuni affermano che sarà sempre e solo uno strumento, prezioso ma subordinato ai suoi padroni in carne ed ossa, mentre altri immaginano che prenderà il controllo e le decisioni finali per molti fondi.

“Stiamo appena iniziando a vedere un aumento delle macchine nella gestione degli investimenti”, ha detto Campbell Harvey, professore di finanza alla Duke University. Anche se, continua, “è difficile definire come saranno i mercati” se il giudizio umano sarà usurpato. Ha altresì affermato che “alla fine, sarà una buona cosa per gli investitori”.

Fino ad ora questi programmi sono stati utili, ma non sono A.I. perché sono statici; fanno la stessa cosa più e più volte finché qualcuno non li cambia. Mentre A.I. implica l’apprendimento automatico, in cui un programma si aggiorna ogni volta che arrivano nuove informazioni.

Grandi società di gestione di fondi come Fidelity e Vanguard dicono di usare A.I. per una serie di scopi, ma si rifiutano di essere specifici.

BlackRock dice che si serve di esso, analizzando i dati, per scoprire schemi che potrebbero rimanere oscuri agli occhi e al cervello umano. Gli esempi offerti da Jessica Greaney, una portavoce dell’azienda, parlano del tentativo di sfruttare le relazioni non intuitive tra titoli o indicatori di mercato, di analizzare i social media “per acquisire informazioni sugli atteggiamenti, i sentimenti e le preferenze del mercato” e i motori di ricerca monitorando le parole inserite relativamente a particolari argomenti, come ad esempio auto o beni di lusso.

Questi algoritmi giocano un ruolo di supporto negli investimenti di BlackRock, ha detto la signora Greaney. Le decisioni su cosa comprare e vendere sono prese da manager in carne ed ossa.

Sicuramente l’intelligenza artificiale ha un vantaggio rispetto a quella umana: la totale assenza di debolezze emotive e psicologiche che inevitabilmente ingombrano il ragionamento umano.

“Quando si tratta di gestione del portafoglio tradizionale, i manager parlano con analisti e specialisti di settore, ma queste persone hanno pregiudizi e incentivi”, ha affermato Art Amador, uno dei fondatori di EquBot, a San Francisco, la compagnia che ha creato il fondo, “L’algoritmo non li ha“.

art amador

Art Amador

Ciò che non ha è anche un rendimento superiore al mercato… Tra il 18 ottobre, quando iniziò a fare trading, e la fine dell’anno, il fondo. è salito del 3,1%, rispetto a un aumento del 5,1% dell’indice Standard & Poor’s 500.

Amador è ottimista ed afferma che la sottoperformance è dovuta ad una normale variabilità dei rendimenti. La performance del fondo batte il mercato quando viene testata sui dati storici, ha detto, e si aspetta questo con il passare del tempo.

Quando si tratta di gestire i portafogli a lungo termine, tuttavia, ci sono troppe variabili nei mercati finanziari e troppe menti umane con difetti, motivazioni e comportamenti imprevedibili che ne condizionano il movimento. Si dice che i mercati sono molto più complessi di giochi come gli scacchi o il backgammon per i quali gli algoritmi A.I. possono essere programmati.

“Sono favorevole ad automatizzare tutto il possibile, ma avere un essere umano che spinge l’ultimo pulsante è ancora una buona cosa“, ha detto Gregg Fisher, portfolio manager presso Gerstein Fisher Funds

“Speriamo che diventeremo sempre più bravi, più intelligenti e più intelligenti ancora ma c’è qualcosa di confortante nell’avere un essere umano informato con un buon giudizio alla fine del processo.”

In definitiva ritengo che l’AI potrà fornire un grande aiuto nella gestione del portafoglio di un fondo di investimento.

Caso diverso è il rapporto tra Consulente e Cliente che manterrà sempre una componente “umana” in virtù del fatto che una macchina, seppur “intelligente”, non sarà mai in grado di sostituire un bravo consulente nel gestire l’emotività accompagnando il cliente nel raggiungimento dei suoi obiettivi di vita e, soprattutto, sostenerlo nei momenti più difficili in cui i mercati potrebbero avere correzioni tali da indurre il cliente a fare scelte scellerate in preda all’emotività del momento.

A presto.

Andrea.

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